Triangolo dell’esposizione

Triangolo dell’esposizione

La fotografia è arte.

L’opera di un artista non è mai giusta o sbagliata, è l’espressione di quanto l’artista vuole comunicare. Ricordatela quando sbagli, è un’ottima scusa.

Come hai avuto modo di leggere negli articoli relativi a tempi di scatto, apertura del diaframma ed ISO, la fotografia è frutto di precise leggi della fisica ottica, da cui non è possibile discostarsi.

Se ci poniamo come obiettivo la corretta esposizione, una fotografia deve essere realizzata cercando di bilanciare al meglio questi tre elementi.

Gli effetti della regolazione di uno dei tre, deve essere bilanciato dagli altri due.

Facciamo una serie di esempi, il modo più facile per rendere chiaro l’argomento, per i quali ti chiedo, mentre leggi, di guardare il triangolo dell’esposizione.

Esempio 1

Sono all’aperto, in una giornata di sole, posso tenere bassi gli ISO (100) e contemporaneamente voglio scattare una foto con un diaframma aperto (f/1.8) per avere una piccola profondità di campo, aumentando lo sfocato dello sfondo. Sono in condizioni ideali? Non è detto! Per compensare la grande quantità di luce della scena ed evitare una foto troppo chiara (sovraesposta), non avrò altra possibilità che ridurre i tempi di scatto, ad esempio 1/4000. Se la mia fotocamera non arriva a tempi così veloci, dovrò alternativamente chiudere il diaframma oppure usare un filtro ND (il corrispettivo degli occhiali da sole).

Esempio 2

Il cielo è nuvoloso e voglio fotografare l’arrivo della Milano – Taranto (che goduria!!!). I piloti mi passano davanti a circa 50 km/h e non posso permettermi di sbagliare la messa a fuoco perché non passano due volte! Le condizioni della scena richiedono tempi rapidi (1/1250) e una profondità di campo che mi consente un certo margine di sicurezza nella messa a fuoco in termini di profondità di campo (f/5.6). L’unico parametro su cui posso intervenire per evitare una foto buia (sottoesposta) è aumentare gli ISO. Per evitare un eccessivo rumore devo cercare comunque di tenerlo il più basso possibile, altrimenti dovrò mediare ad esempio aprendo il diaframma di uno stop.

Esempio 3

Sono di notte, buio pesto. Posso aprire al massimo il diaframma per fare entrare più luce possibile (di solito la nitidezza delle ottiche peggiora alle aperture estreme, ma accetto una foto leggermente meno nitida), non ho un cavalletto e so che sotto 1/30, tenendo la fotocamera in mano, rischio che la foto venga mossa. Ciò nonostante devo tenere i tempi alti per avere ancora più luce. Restano gli ISO, cercherò di alzarli senza esagerare, perché il rumore è in agguato. Se proprio devo, allungo i tempi a 1/15 poggiando i gomiti da qualche parte o poggiandomi ad un muro, ma è una strategia rischiosa. Posso sbagliare, tentare e ritentare, tanto il paesaggio sta lì.

Conclusioni

Come vedi le esigenze alla base delle scelte dei parametri non sono solo tecniche, ma fanno parte di ciò che voglio rappresentare, del contesto specifico e di quanto intendo comunicare. Bilanciare le diverse esigenze significa fare una o due scelte ed adeguare il resto dei parametri.

Sia che tu utilizzi una fotocamera terrestre che da drone, ti consiglio di sperimentare il più possibile, di provare condizioni fotografiche estreme (buio, movimenti veloci, altissima luce) e di apprendere al meglio come la tua attrezzatura si comporta nelle varie situazioni.

Buona luce!

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